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Le donne nella Resistenza

La riflessione sul tema della partecipazione delle donne alla Resistenza e alla lotta
politica che portò alla Liberazione dell’Italia parte da un dato di fatto incontestabile:
le donne aderirono al movimento partigiano in misura maggiore di quanto si sarebbe
pensato guardando alla società dell’epoca, ebbero ruoli e funzioni non secondarie e
questa esperienza le portò, nel dopoguerra, ad un processo di emancipazione molto
più rapido.
Sul tema della scelta, le numerose testimonianze raccolte hanno aperto la
discussione critica mettendo in evidenza che le donne accettarono di far parte della
lotta non solo come mogli, sorelle o figlie di partigiani già impegnati politicamente
ma proprio come soggetti attivi, talvolta in forte contrasto con la propria famiglia
d’origine. L’ingresso nella Resistenza viene visto quindi come un acceleratore di
cambiamenti nella percezione del ruolo femminile che avrà ripercussioni forti nella
società successiva alla guerra. Se anche fossero entrate tra i partigiani come figlie
o semplici compagne, ne sono uscite come donne maturate e consapevoli del loro
ruolo futuro.
Il rapporto delle donne con i ruoli affidati nel corso della guerra è duplice: da un
lato si nota una tendenza a sottovalutare le loro missioni riducendole a semplici
compiti di diffusione notizie, ordini, piccoli trasporti e cura dei militari; dall’altro non
sono poche le donne che rivendicano ruoli militari veri e propri ammettendo di aver
anche fatto uso di armi.
Questo fa cadere l’idea che la donna abbia partecipato alla Resistenza solo aiutando
nell’ombra i gruppi partigiani e gli stessi compagni hanno nel tempo sottolineato che senza il ruolo di “collegamento e staffetta” svolto dalla componente femminile,
gran parte delle azioni di guerriglia non avrebbero potuto svolgersi.
La storiografia si è interrogata sul tema del ritorno alla normalità, dopo la fine della
guerra, e ha cercato di capire se ci sia stata una sottovalutazione della partecipazione
femminile alla Resistenza. Le testimonianze e gli studi della sfera politica femminile
hanno evidenziato che di certo ci fu un periodo, almeno fino agli anni ’60, in cui le
donne che cercarono di prendere parte attiva alla vita politica subirono forme più o
meno chiare di discriminazione ma di certo non ci fu quel ritorno in casa che molti
avrebbero desiderato, come se la guerra e tutti i suoi cambiamenti potessero essere
considerati come una parentesi.
Le donne si appropriarono della parola e dell’ambito pubblico tanto da iniziare quel
processo di trasformazione della sfera privata che avrebbe poi visto l’apice negli
anni ‘70 col movimento femminista vero e proprio. La Resistenza femminile e le
scelte legate a quel periodo sono quindi da mettere in relazione con gli sviluppi
successivi del ruolo della donna nella società italiana.




1- Quali sono i temi del testo?
2- Le donne, si sono impegnate nella Resistenza in modo attivo o passivo?
3- Cita la frase del testo che mostra che l’impegno nella lotta è stato una
scelta individuale da parte delle donne e non solo la conseguenza di
un’influenza da parte di un uomo.
4- Quali azioni hanno svolto? (Indica almeno due elementi.)
5- Quali sono state le conseguenze dell’impegno delle donne nella Resistenza?